Pallets loft

Pallets

Vi segnalo un progetto realizzato utilizzando sia in cucina che in bagno i pallets ,è un loft “pallets loft” appunto , realizzato dallo studio q-bic di Firenze.Intervento di recupero del sottotetto di un edificio industriale ottocentesco, situato ai margini del centro storico di Firenze.

Pallets2pallet3

La Bergère

10959690_815540265184083_3014339161956391592_n

La Bergère , poltrona imbottita con poggiatesta, chiamata anche “poltrona con le orecchie”
La sua antenata nasce alla corte di LuigiXV , elemento clou dell’arredo per più di 200 anni , si è evoluta mantenendo inalterato il suo fascino.
Le prime bergère in italia vengono prodotte negli anni ’20 da Poltrona Frau. Nel ’39 Franco Albini ne disegna la sua interpretazione messa poi in produzione da Arflex nel ’52. Nel ’44 Carlo Mollino ne disegna una per Zanotta che si ispira al corpo femminile, le sue gambe posteriori sembrano tacchi. Nel ’69 Gaetano Pesce la interpreta attraverso la pop art, una donna con la palla al piede morbida e rotonda.
Altri designer hanno dato la loro interpretazione della bergère , Paolo Rizzato ( 2009 disegna Regina che si trasforma in chaise longue), Patricia Urquiola, Kita…..

10384305_815540868517356_427984999478506095_n

La Bergère più nota, la più amata dai big del design è la EGG chair di Arne Jacobsen , prodotta da Fritz Hansen ,disegnata nel 1958 per il Royal Hotel sas di Copenhagen (oggi Radison Blu Royal Hotel) per la camera 606 dove l’architetto danese progetta tutto l’arredo .La egg chair ha una forma organica, ma la base in metallo (alluminio pressofuso) dunque più bauhaus, più tecnica, dello stesso anno la swan (cigno) sempre molto organica ed elegante, per la camera 606 disegna anche la drop chair , una goccia contenuta, minimale , un gioiellino .

In giro per il Fuorisalone 2015

Forisalone'15

Quest’anno ahimè non mi sono immersa nella design week, mi sono dovuta accontentare di un daily, riducendo una settimana in 7ore di full immersion.

Non crediate sia stata una passeggiata, prima di tutto trovare l’essenziale da vedere ( scrematura non semplice) poi, riuscire a fare tutto quello con cura certosina pianificato. 

Alla fine però siamo riusciti (io e il mio amico ed architetto Paolo) a fare l’impossibile: zone Brera e Tortona . Come due drogati marciavamo da un istallazione all’altra in cerca di novità,ispirazioni, emozioni, allo scadere della sesta ora però la marcia serrata si era trasformata in una scomposta e claudicante camminata disperata accompagnata da un sommesso lamento di “ohi ..ahi …i piedi…il ginocchio…” ma con promessa solenne stipulata con il sangue :”prossimo anno si ritorna al vecchio sistema dei 4 giorni!!!” 

Non posso dire di essere stata al salone quest’anno (anche perché Rho non l’ho vista neppure con il binocolo) ma meglio di nulla una assaggio di questa magica atmosfera lo abbiamo avuto, ed un assaggio lo offro anche a voi con questi scatti rubati per le strade dei design districts 

 few shotsProcessed with Moldiv

7 second of rest

IOCorsoComo ..molto pop!

Processed with Moldiv

Arrivo ore 11:05 stazione Garibaldi, prima fermata, un must: Corso Como 10.

Forse il primo concept store italiano, qui la moda si intreccia da sempre  con il design; in questi giorni le istallazioni POP ART si alternano alle collezioni altrettanto pop della Maison Martin Margiela e di Comme des Garçons .

Direi di essere perfettamente in linea con loro visto che il mese scorso ho pubblicato su Facebook un post sulla pop art che metto subito di seguito a questo :

intorno agli anni ’70 in Italia in contrapposizione al razionalismo puro dell’international style, designer e gruppi di designer si ispirano alla Pop Art creando con ironia una serie di arredi e complementi assolutamente insoliti
I riferimenti visivi sostituiscono il funzionalismo, come del resto fanno in maggior parte degli oggetti disegnati da Studio 65 e altri gruppi in questo periodo, trasformando mobili, gioielli, accessori, e perfino l’architettura stessa in oggetti di fantasia.

PRATONE disegnata nel 1971 dal gruppo torinese Strum, è un’ insolita seduta dove più che sederci ci si “sdraia”tra i fili d’ erba, assolutamente in sintonia con la Pop Art che intorno agli anni 70 in Italia invadeva un po’ tutti i campi ( moda, arredamento…)

Pratone

CACTUS (prod Gufram) è una delle icone del design italiano che ha rivoluzionato il paesaggio domestico scardinando i confini tra ambiente interno e spazio aperto. disegnato ne ’72 (Drocco e Mello), si presenta come totem ironico, incarnando la grinta, la fantasia e lo humor del design degli anni Settanta.

CACTUS

CAPITELLO 1971 disegnata da Studio 65( fondata da Piero Gatti, Cesare Paolini e Franco Teodoro gruppo di studenti torinesi )è una seduta di schiuma di poliuretano autopellante modellata a forma di colonna ionica greca

Capitello

JOE (1970 ) rivestita in cuoio e montata su ruote invisibili. I designers De Pas, Durbino e Lomazzi hanno voluto esprimere la loro ammirazione per uno dei grandi miti dell’immaginario collettivo, il campione di baseball americano Joe Di Maggio. sorprendentemente ergonomica e comoda, come una mano la poltrona sia riceve che protegge.

JOE

 

CAMPARI SODA

campari soda campari soda

Un made in Italy che ha fatto la storia del design:
Nasce nel 1932: è il primo pre-mix “pronto all’uso” nella storia dei prodotti a bassa gradazione alcolica. La sua bottiglietta conica, in stile futurista è stata disegnata dall’artista Fortunato Depero.
1932, quando Davide Campari chiese a Fortunato Depero di ideare la bottiglia per il primo aperitivo monodose e ne ordina la produzione industriale. Il flacone, come veniva chiamato, ha la forma di un calice rovesciato. Con l’ideazione della bottiglia Depero crea la sua opera più significativa per l’azienda milanese. La bottiglietta è il punto di arrivo di un sodalizio artistico che inizia negli anni ’20 e la forma conica una conseguenza dello stile di Depero per Campari.
Nell’immagine ho messo anche “Campari light” il lampadario realizzato da Ingo Maurer con 10 bottigliette di Campari Soda originali: le bottiglie si possono staccare, le lampadine sono alogene di 75 watt l’una. L’altezza è regolabile attraverso un tappo Campari.

BOOK SHELFIE

10991079_824734144264695_8939797951745274062_n

A quanto pare in America, dopo la moda dei ‘selfie’, ovvero gli autoscatti da condividere sui social, è arrivata anche una mania più adatta agli amanti della lettura: il ‘book shelfie’, cioè gli scatti alla vostra libreria di casa. Un modo carino per condividere i vostri libri, ma soprattutto per far sapere agli altri come sono messi i vostri scaffali e, in particolare, che ordine avete scelto per riordinare i libri. 
Qual è il vostro metodo preferito? Ordine alfabetico , di altezza , di colore , di periodi, per collane, impilati….Io dopo aver riempito tutte le librerie (anche a doppia fila) ho iniziato ad impilarli in giro, beh insomma se non sbaglio poi una libreria in verticale ha vinto il compasso d’oro (Ptolomeo di Rainaldi)libri 1907461_824734244264685_3088634613056998112_n

 

Colore di Aprile…

PFlowers iccola prefazione: Dall’inizio dell’anno sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/pages/mettila-da-p-ARTE/ ogni mese scelgo il colore che più lo rappresenta , gennaio era il bianco, febbraio il rosso ecc…

Ora mi trovo a decidere il colore per ill mese di Aprile, il mese della primavera… non è semplice, ci ho pensato un po’ su poi ho deciso  

“colore del mese: T I

Un angolo nel bagno…

mansarda

A volte basta curare un angolo della stanza per trasformarla , ad esempio questo bagno anonimo in mansarda  : un tavolo del ‘700 di fianco alla vasca , una cornice vintage , un candelabro inglese e  l’atmosfera si scalda subito   

(. . anche senza accendere le candele!)

Vintage…curiosando per mercatini

BrickLane MktModena, mercatino degli antiquari: il rischio e’ che ti giri la testa per la quantita’ di cose meravigliose che trovi ad ogni angolo! Non ho ancora trovato un metodo per evitare di comportarmi da foolish shopper e arraffare tutto quello che riesco, in genere mi obbligo ad un budget portando solo contanti  ; in questo modo una parte di me ,mai sazia che dentro di me urla continuamente  “pezzi unici” “introvabile” “must!”, e’ costretta a ritirarsi in un angolo ed “accontentarsi”  lasciando il comando alla razionale Elena il cui motto e’ “less is more”!     Comunque certi prezzi vintage mi conquistano al primo sguardo, per un’amante di Londra come me una cassetta del mercato di Brick lane trova sempre un angolo perfetto nella mia casa, così come la cassetta della frutta di Covent Garden sembra fatta apposta per le mie cinture ….

trovato un posto per le cinture!!

trovato un posto per le cinture!!

..ma quanto ci piace lo shabby chic !

windows on shabby

Letteralmente significa “elegante trasandato” è uno stile in cui mobili e arredi sono vecchi e sbiaditi, di colorazione chiara pastello, se non bianchi, e presentano segni di usura.
termine fu coniato dalla rivista The World of Interiors nel nel 1980 e divenne estremamente popolare negli Stati Uniti negli anni ’90,in Europa venne fortemente influenzato dalle nostre culture, in particolare quelle mediterranee: provenzali, toscane e greche.
Tessuti shabby chic sono prevalentemente cotone e lino, ispirati ai vecchi lini francesi, i colori dei tessuti sono prevalentemente bianco in tutte le sue varianti,ma anche ecru,colori tenui, pastello e tessuti tinti con il the per dare l’idea di “vissuto” .